05 agosto 2012

Ombre


"Camminavano l'uno accanto all'altra e sembrava che avessero così poco in comune. Tranne le loro ombre, che si erano già scelte e ne facevano una sola." 
(Paola Felice)

24 luglio 2012

Trasferimenti



Ho voglia di poter scrivere quello che voglio e qui non posso più farlo, quindi ho preparato qualche scatolone e per ora trasloco.

O meglio vado dove posso scrivere, e per questo non ve lo dico, troppo facile.

Tornerò anche qui a volte, per ora non butto la chiave.

Se vi va, cercatemi in rete. ;)

04 giugno 2012

Noi, ignoranti senza laurea. (Evviva i bimbominkia!)



Partiamo dal presupposto che leggere certe cose mi fa solo incazzare. 


Passiamo al fatto che prima di parlare sarebbe meglio capire.


Finiamo con lo specificare che se non sei capace, manco se fossi la figlia naturale del papa, riusciresti.

Nell'intermezzo di tutto ciò esistono varie ed eventuali. Tra cui 38 anni delle mia vita. Come ben saprete non sono 38 anni in cui è filato proprio tutto liscio.

Detto ciò divento una iena se la prima persona che arriva nel posto di lavoro (ma un posto vale l'altro) si lamenta del fatto che chi ha studiato ha più diritti (e saperi) di chi non ha una laurea.

Per quanto mi riguarda puoi aver fatto anche il master in "favalogia"; che rimani pur sempre una da svezzare. L'esperienza non te la dà nessun libro purtroppo.

Certo, capiamoci, i libri sono essenziali per aprire la mente e acculturarsi, ma il lavoro è tutta un'altra cosa. Una laurea non ti fa diventare Enzo Biagi, col cazzo che qualche esame ti permette clonazioni intelligenti. Lo spirito devi averlo dentro di te. [E chi non ha avuto soldi per fare il figlio di papà in un'università? Son tutti una massa di stupidi?).

Una volta esisteva quello che viene chiamato "praticantato", gran bella cosa dico oggi, dopo averlo fatto (lì è vero non ero mica molto contenta...). I ragazzini di oggi pensano che usciti dall'università abbiamo il mondo in mano. Permettetemi: col cazzo! Il mondo ve lo dovete sudare, guadagnare anche pulendo i cessi. (Tanto di più in questo simpatico periodo di crisi).

Avrete imparato, dato esami di quantistica, di filosofia, di psicologia, ma nessuno ha saputo insegnarvi l'umiltà. Il più delle volte arrivate agghindati in scarpe da mille euro, magliette da mille e una notte e varie cazzate che tutte insieme costano quanto è lo stipendio medio di un povero cristo che lavora da anni.

E la cosa bella che non avete nessuna voglia di imparare. Possibile che avete sempre una risposta pronta?


Dovete ascoltare! Non siete nati "imparati"!

Il confronto non si è mai negato a nessuno, ma almeno abbiate il rispetto verso chi lavora da più anni di voi su una cosa. E' vero, ci sono anche degli emeriti coglioni non più freschi di università, ma vi svelo un segreto. Quelli stanno generalmente ai piani alti.

Fidatevi, quelli che ne sanno, stanno a metà. Ed è con loro che dovete raffrontarvi. Quando ho iniziato il lavoro di giornalista, ovvero ben 12 anni fa (specifico, dopo 8 anni di lavoro in proprio), mi sono ritrovata in una redazione in cui "non avevano tempo di insegnarti". Nessuno voleva la patata bollente di sobbarcarsi un praticante.

Il consiglio migliore che mi hanno dato è stato: "sii una spugna". E così ho fatto. 

Dalla carta sono passata al web sette anni dopo, stessa situazione. I pianti che non mi sono fatta perchè non capivo. Eppure ora ne so, ne so tanto. E lo dico a voce alta, perchè mi sono fatta il culo per sapere quello che ora seguo. Eppure ho ancora da imparare, con la differenza che qualcosa posso anche insegnarlo.

Ringraziate se qualcuno ha la voglia e la capacità di spiegarvi e di starvi dietro, a noi non è stato concesso.

Io qualche consiglio ve lo lascio, vedete voi cosa farne.

* Analizzate tranquillamente il fatto che voi, appena arrivate, non ne sapete nulla. Ma anzi, ancora meno del nulla e non arrivate di certo con il prototipo della salvezza del mondo, il più delle volte direte e farete delle emerite cazzate.

* Prendete e sistemate, correggete, metteteci la testa. Se non siete sulla copertina del New York Times non vuol dire nulla. Se per es. non ci fossero gli stampatori, i giornalisti non sarebbero nessuno. (E via dicendo...)

* Se siete usciti con 110 e lode, bravi! Ma quello non sarà il voto che vi permetterà di avere successo sul lavoro. Il lavoro si impara, si suda. La passione è quella che ti fa andare avanti, non le velleità di essere i migliori fin dall'inizio. 


* Il più delle volte lo prenderete in culo. Già, mi spiace dirvelo, ma questo è. Investite i primi soldi in vaselina, ne otterrete sollievo.

* Imparate ad ascoltare e non a pensare: "questo qui davanti è un coglione, lo lascio parlare tanto ho ragione io". Due punti. Uno: se è davvero un coglione, non avrete nessuna speranza di dire la vostra e lo irriterete solo. Due: se non lo è, forse se ragionate diversamente, lo ascolterete e avrete la risposta risposta pronta e quantomeno inerente a ciò che vi è stato detto, forse avrete una speranza prima o poi di avere un minimo di potere decisionale.


* Concordo con Mark, che per essere qualcuno bisogna avere dei nemici, ma almeno fatevi furbi! Sappiate sceglierli! 


Va beh, se tanto mi dà tanto non arriverete alla fine di questo post, quindi io come dire, povera ignorante senza laurea, tornerei a fare il mio lavoro di Community Manager. Così, tanto per gradire.




08 maggio 2012

Instagram SocialMatic Camera


E' già un cult. Sarà che Instagram mi piace, l'ho usato e lo uso tutt'ora, questo è un gadget che non voglio farmi sfuggire.

Sappiate che avrà queste credenziali:


- 16 GB mass storage;
- Wifi and Bluetooth;
- 4:3 touchscreen;
- 2 main lens, first for main capture, second for 3D filters, webcam applications and QR Code capturing;
- Optical zoom;
- Led Flash;
- Internal printer to make your Instagram photos real;
- Paper cartridge with Instagram Paper Sheets;
- Dedicated 4 colors ink tanks;
- InstaOs 1.0, which put together Facebook and Instagram App feature.

Oltre che adorare già preventivamente la sua forma.

Aspetto che il progetto diventi realtà. Click.













21 aprile 2012

...E il virus (gastrointestinale) ammazzatutto


Uno di quei giorni in cui ti svegli, ti alzi, ti lavi, litighi, porti il bimbo a scuola, fai due parole con le mamme e scappi in ufficio.


Insomma uno di quei giorni normali, almeno all'apparenza. 

Passa la mattinata tra telefonate, social network e mail.

E ancora sembra tutto normale.

Arrivano le 1230! L'ora tanto sospirata ogni giorno per andare a mangiare.

Ma lo stomaco inizia a fare qualche bizza.... eppure il pantoprazolo l'ho preso stamattina, io che me lo dimentico due giorni si e il terzo pure.

Bah, sarà il freddo, d'altronde è lunedì e come sempre in azienda ci sono ancora gli orsi polari e i pinguini reduci dal solito rave del fine settimana.

Facciamo una cosa: riso in bianco e bresaola, tanto per stare tranquilli.

A fatica, il cibo fatica a scendere e tenta allegramente di risalire, insieme all'amico stomaco che fa male sempre di più. Maledetto freddo!!! Un pranzo devastante. Si risale.

Un po' più caldo, facciamo la fase due: tè alla macchinetta, solitamente è un toccasana in questi casi.

Va un pelino meglio, anzi no i crampi! No dai si è calmato! Calmato un cazzo! Ahia che male, non sto in piedi. Avendo quei 45 minuti di strada mi metto in macchina, il male è forte. Sa Dio.

Eppure il dubbio mi assale. E' in giro, ne ha colpiti molti, anche la mia amica e tutta la sua famiglia ne sono stati vittima... Ditemi di no, quello no.........

Ebbene si. Nell'ordine la normale giornata di lavoro si è conclusa con doppia vomitata, mal di pancia, cagotto, e febbre alta. Per poi spostarsi su Samuele e rifare la trafila.

Quel bastardo del virus gastrointestinale ci ha steso.

Oltre le due vittime ha lasciato la non fame, si è portato via ben 5 kg (ecco l'unica cosa semi positiva) e siamo ancora delle mezze seghe.

Gli venisse il cagotto fulminante!!!

02 aprile 2012

Vita da paese: l'odioso ciacolare delle donne in età fertile.


Odio la vita di paese, quella che ci si trova tutti i santi giorni al parco sulle panchine e si commentano i fatti di tutte le anime.

Per la serie si annunciano giá prima sia i matrimoni che i funerali. 

Eppure ci sono persone della mia etá, se non piú giovani, che lo fanno ogni santissimo giorno.

Non so, ma io amo lavorare, alla brutta preferisco avere un amplesso con il divano, ma il parco cittadino proprio no.

Eppure oggi, come in questi ultimi giorni, mi tocca farlo.

Uscire presto dall'ufficio, prendere il cane, "pisciarlo", raccogliere il terremoto fuori da scuola con annessi pantaloni marci che pure la lavatrice rifiuta di incontrare, castighi e compiti vari, riportare su il cane (al parco non possono entrare), fargli fare merenda (al bambino non al cane), accessoriarsi di bicicletta, casco, pallone e se Dio vuole, scendere in quel del parco.

Un nugolo di creature urlanti (compreso il mio) che improvvisano partite di Champions League (si scrive cosí?), con falli, litigate e sputate comprese.

Dimenticavo: potrei anche fare a meno di comperare magliette a mio figlio. Piú in lá di Vucinich, Del Piero & Co non andiamo, manco a scuola.

Che poi diciamocela tutta, per una che tifa Milan, non c'ė un minimo n'è di entusiasmo nė di complicitá.

Peró va beh, la mamma è sempre la mamma e ce tocca pure questo. 

Sono sulla mia panchina da sola, fortunatamente ben accompagnata dal mio iPad versione 1. Stupendo, riesce perfettamente a farmi guardare da lontano sia le mamme ciacolanti che la truppa con la palla in mano.

Giusto per la cronaca il terremoto lo vedo rotolarsi a terra da circa 5 minuti. Non piange, nulla di grave, sta solo tentando di far passare un fallo o un rigore, questo non l'ho mica capito. Pazienza, l'importante è che non ci sia bisogno immediato di un pediatra.

E per la serie ci siamo giá stancati, eccolo correre verso la bici.

Sará, ma non mi schiodo, continuo a scrivere, attendendo il solito volo con ginocchio sbucciato. 

Il gruppetto di mamme "io so che tu non sai che lei sa!" invece, ha una produzione infinita di saliva.

E io mi accendo l'ennesima sigaretta.

28 marzo 2012

Far pace con se stessi

A volte si riesce anche a far pace con se stessi. Ci sono momenti che non possono passare via senza provare a guardarsi in quello specchio da troppo tempo rinchiuso in tasca... Ti trovi di fronte a possibilità concrete di perdere qualcosa; e allora ti fermi quel tanto che basta per dirti che ce la farai, che tutto andrá bene. Tutto sommato sei sempre stata in gamba. Pazienza se non ti è stata data la bellezza né il principe azzurro, fa proprio niente. Ci sono momenti in cui affronti la vita spettinato, trasandato, con quei kg in piú e senza la possibilitá di comprarti quelle scarpe che volevi tanto. Il fatto è che ti senti orgogliosa di come affronti la vita, ti guardi allo specchio e finalmente ti senti a casa nei tuoi occhi..... E ti piaci proprio cosí.

24 marzo 2012

La borsa? Sceglila, e creala, come vuoi tu.


Carina l'idea di personalizzare la propria borsa. Ok, il costo non è proprio accessibile, ma invece che comprare una borsa a 300 euro di uno stilista e omologarsi alla massa, qui sopra ci puoi far stampare quello che vuoi.

Cane, gatto, figlio, fidanzato e per le più narcise, magari una propria foto. 

Per ora configurabili online ci sono solo due modelli: l'Emoty Bauletto (euro 265) e l'Emoty Trapezio (265).



Sul sito si legge: 
"MYemoty-shopping è il servizio di lusso che ti consente di personalizzare la tua borsa "emoty" e acquistarla direttamente on line.
Grazie ad un sistema di configurazione automatica puoi applicare le tue foto sul modello di borsa che più ti piace e visualizzare in anteprima la tua "emoty" bag!"

Beh, se volete farvi fare un regalo speciale, sappiate che potete anche scegliere il materiale. 

Dimenticavo! Il sito è Emoty

Buono shopping!. 

23 marzo 2012

Lavoro, questo sconosciuto



E' inutile, nonostante il mio continuo borbottare, devo ritenermi una persona fortuna. Proprio stamattina, come sempre in bagno dove è l'unico momento che riesco a prendere ancora in mano un giornale e leggerlo, sfogliando le pagine di A, mi sono imbattuta nei commenti di diversi ragazzi sparsi per il mondo, sul lavoro.

Chi scappa dalle responsabilità, chi vive ancora in casa a 30 e passa anni, chi non ha voglia di impegnarsi a lavorare, chi non trova un lavoro fisso, chi ci prova a realizzare un'idea.

Ho ormai 38 anni, non sono più annoverabile tra i ragazzi. O forse sì, vista l'età che avanza soprattutto in Italia. Lavoro da quando avevo 18 anni e mentre finivo il liceo iniziavo a volere quell'autonomia economica che mi permetteva allora di uscire a bere una birra con il mio ex fidanzato (di 18 anni più grande) senza dover chiedere sempre ai mie.

Ho iniziato come lavoratore autonomo. Partita IVA, commercialista, tasse e via che ce la cantiamo. Poi nel 2000, botta di culo. Posso finalmente coronare il mio sogno e diventare giornalista.

Mollo tutto, vengo assunta con contratto in una casa editrice previo praticantato e esame di stato. Ovviamente, già 12 anni fa, la clausola di non avere subito figli era nel pacchetto aziendale. 

Dimenticavo, nel frattempo, una settimana prima di andare nel nuovo posto di lavoro, mi sposo, piccolo particolare. Due linee parallele: la voglia di avere una famiglia come nei film (bambini, cane, casa, e non in ultimo un marito) e il tanto agoniato posto fisso.

Pazienza, come sempre si sa che le cose arrivano tutte contemporaneamente. Infondo sono una ansiogena ma non mi sono mai fermata davanti alle paure. Faccio questo benedetto esame e al primo colpo passo. Ecco il contratto a tempo indeterminato come giornalista.

Non più partita Iva, conteggi e riconteggi, tasse esagerate da pagare che ti tolgono il fiato, giri su giri per cercare di aumentare il lavoro e avere qualcosa di "fisso" almeno per mangiare durante il mese. D'altro canto non più libertà di azione, di poter non fare nulla una mattina lavorando tutta la nottata per consegnare il lavoro... ma insomma, aspettare il 27 per avere in mano una busta paga.

Ammetto che nonostante siano passati 12 anni nella stessa azienda, io non sappia ancora leggerla. Ovvero mi sono fermata ai giorni di ferie (che ancora però non concepisco come calconino) e al netto, ovvero quelle piccole cifre che so andranno sul conto corrente.

Altro tasto dolente: povero conto corrente, adora il rosso nonostante il mio tempo indeterminato. Pazienza, forse un giorno ci chiamerà la banca per chiederci come mai sia tutto a posto.

In questi 12 anni proseguo anche l'altra strada: due figli (di cui il primo purtroppo non c'è più ma è sempre un'altra storia), un cane, un gatto, una tartaruga e sempre il solito marito tra alti e bassi.

Mi sento ormai della vecchia guardia: guardo i giovani e i meno giovani che stanno tentando di arrabattarsi tra università, lavori in nero, collaborazioni infinite. Uno, due, tre anni senza mai avere uno straccio di contratto. E dall'altra parte la totale mancanza di ideali e sogni. 

Quelli che non hanno voglia, che si sentono già manager di cosa poi, dovrebbero spiegarmelo. Quelli che gli fa schifo un posto di lavoro all'esselunga o da mcdonald perchè loro valgono. Poveretti.

Noi almeno i sogni li avevamo. E io sono una di quelle che non provengo da una famiglia ricca: una madre casalinga che ha scelto di tirare su due figli lasciando il suo lavoro di commessa e un padre artigiano che lavorava anche di notte per non farci mancare nulla. Rido all'idea di chi fa la lotta per ottenere gli scontrini fiscali e le ricevute. Forse non sa che talvolta è impossibile pagare le tasse da quante sono per i piccoli imprenditori da sempre bistrattati.

Non è dal basso che bisogna partire, ma dall'alto se vogliamo resistere in questo periodo di casse integrazioni, chiusure e quant'altro.

Sta di fatto che mi hanno portata avanti i sogni, quelli veri, quelli che ti fanno sentire viva. Quelli che se vuoi sono scontati come un posto fisso, quelli che poi non ti arrabbi più di tanto se non arriva un aumento perchè comunque sai che ha fine settimana puoi lo stesso comprare le figurine a tuo figlio, quelli che ti danno un'adrenalina sana, lontana dall'emozione di notti in discoteca ad alcolizzarsi e fumare anche l'erba del parco Sempione pur di sballare.

Ecco, io spero di insegnare a sognare a mio figlio. Di crescere e farsi il culo per riuscire a realizzarli i suoi sogni, andando contro tutti e tutto pur di arrivarci se sono sogni "sani". Fa nulla se non fa figo sognare, se stanca da morire, se prendi tante di quelle batoste da farti sanguinare il cuore.

Ti possono togliere tutto ma non i tuoi sogni.

22 marzo 2012

Shoppingboard, tra lavoro e piacere


Sono tornata!!!

Va beh, a parte questo, ecco il nuovo trip "lavorativo". Si fa per dire... più che sudore e sangue a sto giro c'è che mi piace. 

Qualche pecca, qualche richiesta in più ma il succo è un altro. Ovvero che mi sono innamorata persa di un paio di pantaloni. E sono quelli nella foto. 

Dovrebbe (finchè non vedi il cartellino non si sa mai), costare "solo" 55 euro che per dirla tutta è un prezzo che ci potrebbe stare.

La marca non è di quelle stra fighette e stra conosciute: Rinascimento. Ma pare abbia delle cose carine e soprattutto la linea per le non secche come me.

Metterò via moneta dopo moneta, ma saranno miei. 

p.s. nel frattempo se avete voglia di giocherellare, createvi il vostro ShoppingBoard su MarieClaire (che proprio schifo non fa...). 
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