28 febbraio 2017

L'amore va oltre la sofferenza: le parole di Valeria, la fidanzata di DJ Fabo



Da un commento sul mio Facebook di un'amica, sono andata a cercare qualche informazione in più su Valeria, la fidanzata storica di DJ Fabo.

"Il coraggio era di Valeria. Di Fabo la disperazione."

Chissà perché ero convinta fosse morta con lui in quel fatidico giorno del 13 giugno 2014, quando è accaduto l'incidente.

Se ne parla poco di Valeria Imbrogno, forse non vuole lei, eppure è stata la voce del suo uomo in questi ultimi 3 anni di sofferenza. Insieme da 10 anni, quando Fabiano non era mai fermo nella sua vita non proprio tranquilla (come l'ha definita lui).

10 anni di amore tra sorrisi e silenzi, tra ballare al ritmo dei suoi dischi a smontare le ruote della carrozzina ogni qualvolta si dovesse prendere l'ascensore per uscire di casa.

"Perché ogni tanto doveva pur uscire di casa"

Bagnargli quasi ogni giorno le labbra con la Sambuca, a lui che piaceva così tanto il sapore della sambuca.

Eppure non c'è mai stata l'ombra del pietismo in questa storia, e nemmeno un giorno senza Valeria al suo fianco. Se l'amore esiste, probabilmente ha questa forma.

"Il Fabo e la Vale sono stati sempre quelli che lottavano, quelli che andavano avanti, quindi non ci avrebbe fermato una carrozzina, non ci avrebbe fermato  una cecità, c'erano i miei occhi, la mia voce, c'era la mia forza e la sua anche di ostinarsi a vivere lo stesso nonostante quello che gli era successo".

Dall'India, dove hanno vissuto 5 anni insieme al letto di Milano, dove era costretto a restare in quella "notte senza fine", "Fabiano parla di qualità di vita, non di quantità. E sopravvivere in quantità non rispecchia il suo concetto di vita” aveva detto a Radio 24 per spiegare le ragione della sua richiesta di ricevere l'eutanasia nel suo paese, al Presidente della Repubblica.

Lei che ne è sempre stata la portavoce, che non ha mai ragionato da egoista.

"Allora Valeria ti faccio una domanda. Ti chiedo faresti cambio per una settimana, un'unica settimana a stare quà, cieca e in un letto"

"La mia risposta è stata.. no, neanche una settimana riuscirei a starci"

"Ecco questa quà è la risposta al motivo per cui mi devi aiutare".

Valeria non lo ha seguito in Svizzera solo perché avrebbe rischiato anche lei 12 anni di carcere.

"Quando penso che non sarà più al mio fianco, penso solo che lui tornerà a essere Fabo. E se si ama una persona non si può volere altro".

Touché.

Ecco l'intervista completa: Valeria Imbrogno parla di DJ Fabo




DJ Fabo: eutanasia si o no

Torno in questo blog, perché a volte dopo lunghi viaggi, si torna a casa. La prima casa.
Quella dove hai mamma e papà, dove hai ancora le tue cose da ragazza.

E ci torni quando hai qualcosa di importante da dire.



Ieri DJ Fabo se ne è andato. E di per sé è una notizia come tante, purtroppo. Ma non lo è nel momento in cui si parla ancora di eutanasia.

In questa Italia dove c'è il papa. Dove la mattina si va a messa. Dove le corna in famiglia sono all'ordine del giorno ma vanno ben nascoste. Dove la morte non ci appartiene.

Perché alla fine non ci siamo abituati alla morte. La realtà è questa. Abbiamo paura della morte.

La vita viene celebrata, esaltata, festeggiata. La morte no.

Non voglio parlare del Paese e delle sue leggi: ci sono già fior fiori di giornalisti e opinionisti che ne hanno parlato egregiamente. Io voglio parlare delle persone.

Dei dialoghi al bar, sui social, in famiglia. E la morte fa paura. E' una sensazione di dolore che va nascosta, sempre.

DJ Fabo ha scelto la Svizzera. Mi viene da dire in qualche modo, meno male che aveva qualche gruzzolo da parte, perché penso che la maggior parte di noi, oggi come oggi, non abbia proprio per nulla 20euro per poter scegliere di morire.

DJ Fabo ha scelto di poter mettere fine alle sue sofferenze di uomo paralizzato e cieco. Paralizzato completamente e cieco. Non per malattia, per incidente.
Un insieme di contesti che spacca in due le opinioni. E che ieri sui Social si sono spaccati così. Tra due donne conosciute. Una estremamente religiosa, una estremamente reale.






Due punti di vista. Come si creano ed esistono fuori dai social. Si è d'accordo o meno.
Se non poi arrivare un post (successivamente bannato), di chi non ha esposto un'opinione, bensì un bollettino di guerra.



Alla voce Wikipedia si legge:Mario Adinolfi è un giornalista, politico, giocatore di poker e blogger italiano.

Alla voce Social si legge: "bannato" grazie alle segnalazioni degli utenti..

Non avrei mai saputo, se non con una ricerca nel caro zio Google, che il pentobarbital fosse il farmaco della salvezza. E nemmeno che il suo costo fosse di 13 euro. Forse Adinolfi fa l'influencer, non so. Ma puntare un post di una morte sul concetto di euro mi pare eccessivo.

DJ Fabo ha scelto di morire. Ha scelto di andare all'estero (fa ridere pensare alla Svizzera come estero per noi di Milano). Ha scelto di non soffrire più.

Religioso o meno, la vita ci è stata donata. Ma come tutti i doni, ci è permesso di usarli al meglio delle nostre energie. E di farne ciò che preferiamo.

Che si creda in un Dio o meno, un dono è un dono. Ci sono diversi modi di valorizzare questo dono. E penso che in un certo senso, rientri anche la morte in questa valorizzazione.

Ho scelto l'eutanasia per il mio cane. Certo, direte voi. E' un cane. Tenetelo in casa 14 anni. Poi me lo raccontate. Ho scelto di non farlo soffrire, di non obbligarlo a non riuscire più a correre, di non avere dolori fortissimi, di non prolungargli di due mesi la morte.

Se non basta, perché un animale è pure sempre un animale, ho scelto l'eutanasia per mio figlio.

Evitare accanimento terapeutico non è di per sè un'eutanasia? Si, lo è assolutamente. Come la terapia del dolore. Ti annienta a poco a poco. Solo questione di tempi. 

E se puoi, come puoi, tagli corto i tempi, sai che potrebbe sopravvivere solo con un tubo in gola. E io ho detto di no. Perché è facile parlare quando non si sa.

Quando non si sta così. Quando tutto va bene. Anche le mie amiche erano tornate a casa tutte con bambini sani. Il mio no. Il mio contava i giorni per la morte, io insieme a lui. Avrei potuto fare qualsiasi cosa per una vita dignitosa, lo avrei fatto.

Non è andata così. Io non credo che uno stillicidio sia una vita dignitosa. Nemmeno dipendere per intero dagli altri. Non ne permette due di vite dignitose.

Per quanto mi riguarda ci hai provato. E poi hai saputo scegliere.
Sei stato un uomo coraggioso. 

Buon viaggio DJ Fabo,



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