28 giugno 2017

Approvata la forma liquida della levotiroxina anche negli States



IBSA annuncia la concessione da parte dell’FDA, l’agenzia regolatoria americana per i farmaci, dell’autorizzazione all’immissione in commercio (NDA, New Drug Application) della levotiroxina in formulazione liquida per il trattamento dell’ipotiroidismo.

La levotiroxina è la forma sintetica dell’ormone tiroideo, tiroxina (T4) impiegata in tutti i casi di deficit dell’ormone. È sulla lista dei farmaci essenziali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i più efficaci, sicuri, fondamentali e tra i tre farmaci più prescritti al mondo. È indicato anche nei bambini in caso di ipotiroidismo congenito ed è importante valutarne la necessità in gravidanza quando la tiroide della mamma deve lavorare per due e una sua carenza può causare abortività e influire negativamente sullo sviluppo neurologico del bambino. La difficoltà della terapia con levotiroxina è rappresentata dalla determinazione del paziente di seguire la cura che, una volta avviata è da assumere a vita, e che richiede qualche sacrificio. Oggi con la formulazione liquida i pazienti hanno una migliore qualità di vita e conseguentemente una maggiore aderenza alla terapia.

“La levotiroxina liquida è stata messa a punto da IBSA ed è presente sul mercato italiano dal 2012, spiega Arturo Licenziati, Presidente IBSA SA, e sono stati gli endocrinologi italiani a determinarne il successo iniziando per primi a prescriverla e realizzando studi clinici che, in pochi anni, hanno sviluppato un gran numero di pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali. La scelta dell’Italia per il lancio della nuova formulazione liquida è stata del tutto naturale vista la grande cultura endocrinologica esistente in Italia che nasce negli anni ‘70-‘80 con la scuola del prof. Aldo Pinchera, esperto di fama internazionale. L’approvazione FDA della levotiroxina liquida per il mercato USA apre a sviluppi di grande interesse: un mercato di 18 milioni di pazienti, stimato in 2 miliardi di dollari, che accoglie velocemente le novità medico-scientifiche ma anche un sistema prescrittivo più complesso, conclude Licenziati”.




“Per diversi anni le compresse di tiroxina, prosegue Vincenzo Toscano, Presidente AME-Associazione Medici Endocrinologi, declinata in due unici dosaggi, è stato l’unico farmaco presente sul mercato italiano e non poche difficoltà si sono avute in quel 30-40% dei casi dove non si riusciva ad ottenere un compenso adeguato per problemi correlati con l’assorbimento a causa di gastriti, celiachia,intolleranze al lattosio e assunzione di altri farmaci interferenti e per quanti non riuscivano a rispettare l’assoluta necessità di assumere il farmaco a digiuno e privarsi dell’immediata assunzione del caffè, per il quale erano costretti ad aspettare un minimo di mezz’ora. Pazienti costretti a sottrazione di sonno, più frequentemente donne e quindi, specialmente in post-menopausa, più soggette a disturbi del sonno. Sviluppare un preparato che permettesse di superare tutti questi inconvenienti e permettere il raggiungimento del target di compenso (TSH) nei limiti previsti è stato l’obiettivo di IBSA. Molti studi, la maggior parte da autori italiani, hanno dimostrato che con la levotiroxina liquida è possibile evitare l’attesa del caffè. Molti farmaci di uso frequente, come gli antiacidi o gli inibitori di pompa protonica, non sembrano interferire con l’assorbimento. Non si può poi non considerare il vantaggio che il preparato di tiroxina liquida offre per il trattamento dei pazienti che non possono deglutire o che sono alimentati con sondino. E i vantaggi per i bambini con ipotiroidismo congenito e per pazienti dopo chirurgia bariatrica, dove il farmaco si è dimostrato efficace nel raggiungimento del target. Possiamo quindi dire, ancora una volta, che la ricerca italiana in ambito tiroideo si è distinta per aver ottemperato alle esigenze dei pazienti nell’ottica di migliorare la qualità di vita”.

“L’ipotiroidismo, illustra Andrea Lenzi, Presidente SIE, Società Italiana di Endocrinologia, è ampiamente diffuso in Italia: si stima ne sia affetto 1 cittadino su 25 e la causa più frequente è identificata nella tiroidite cronica autoimmune. La sintomatologia può essere sfumata, ma la patologia, se non identificata e trattata correttamente, si correla ad un aumentato rischio cardiovascolare,infertilità e complicanze gravidiche e fetali. La tiroxina fu isolata nel 1914 presso la Mayo Clinic da Edward Calvin Kendall, come estratto dalla ghiandola tiroidea di maiale e resa disponibile negli USA dal 1927. Solo nel 1950 si arrivò all’attuale forma sintetica che garantisce una titolazione precisa dell’ormone”.

Da sempre nella forma di una compressa è oggi ancora un utilissimo farmaco ma con alcuni limiti. Una vecchia molecola, mai innovata, disponibile ad un costo estremamente contenuto: difficile fare innovazione su un farmaco con un profilo tecnicamente “perfetto” e un costo così basso; e infatti l’innovazione ha impiegato oltre 70 anni e l’interesse dell’endocrinologia italiana che può vantare un altissimo livello nella ricerca in ambito tireologico.

“E così, per una volta, il mondo farmacologico e il paradigma del regolatorio (prima FDA, poi EMA poi AIFA) si capovolge, perché questa volta la novità terapeutica dall’Italia sbarca negli States solo successivamente ad una larga e diffusa sperimentazione sul campo”, conclude Lenzi.


Chirurgia della tiroide: 40.000 interventi all'anno



L’Italian Thyroid Cancer Observatory (ITCO), il primo osservatorio italiano sui noduli e sui tumori alla tiroide, presenta i risultati del suo lavoro con uno studio, realizzato attraverso l’analisi dai dati raccolti fin dal 2013 in pazienti con tumore tiroideo sottoposti ad intervento chirurgico.

 «Ne scaturisce una fotografia netta, spiega Sebastiano Filetti, internista e Preside della Facoltà di Medicina, Università Sapienza Roma, che vede il 98% dei pazienti sottoposto a rimozione totale della tiroide e solo al 2% dei soggetti viene fatta la rimozione della sola parte interessata dal tumore, confermando che la scelta di un intervento chirurgico radicale è ancora ampiamente preferita a prescindere dalla categoria di rischio del paziente».

 Il numero degli interventi richiede una riflessione. «Seppure la tendenza sia quella di ridurre il numero di interventi chirurgici alla tiroide, afferma Rocco Bellantone, endocrinochirurgo, Presidente ITCO e Direttore dell’Unità Operativa complessa di Chirurgia Endocrina e Metabolica del Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma, in Italia ogni anno vengono effettuati oltre 40.000 interventi, che nell’80% dei casi riguarda il genere femminile. Negli ultimi anni però le nuove conoscenze scientifiche e l’esigenza di un maggior rispetto per le strutture anatomiche hanno portato all’affermarsi di una chirurgia meno invasiva e personalizzata sul singolo paziente. Così come è accaduto per i tumori alla mammella con la quadrectomia, anche per la tiroide si sente oggi la necessità di una chirurgia meno invasiva. La tiroidectomia totale, ossia l’asportazione totale della tiroide, viene consigliata infatti in caso di tumori differenziati della tiroide, mentre in presenza di microcarcinomi papilliferi, tumori con dimensioni inferiori ai 10 mm, ed nei casi di prognosi favorevole, può essere possibile unintervento meno esteso attraverso la rimozione solo della parte interessata che riduce il fabbisogno di terapia sostitutiva e si associa ad una minore insorgenza di complicanze metaboliche e anatomiche. Oggi quindi gli interventi sono sempre più a misura quasi come un intervento del sarto, conclude lo specialista».

 Analizzare la realtà italiana, divulgare le novità della ricerca e le nuove linee guida, promuovere il confronto multidisciplinare tra i diversi specialisti coinvolti nella gestione della patologia oncologica tiroidea sono gli obiettivi della Fondazione ITCO che mira a una maggiore “personalizzazione” delle terapie operando per migliorare i protocolli di sorveglianza dei soggetti portatori di patologie tiroidee e con il fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse economiche del nostro sistema sanitario.

Personalizzare la terapia dei tumori tiroidei significa conoscere l’evoluzione, la storia naturale dei noduli tiroidei. «In ambito endocrinologico, i noduli alla tiroide rappresentano una delle problematiche di maggior frequenza, chiarisce Ezio Ghigo, endocrinologo e Direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Torino. Alla palpazione, i noduli tiroidei si evidenziano nel 4-7% della popolazione generale, mentre il rilievo ecografico di noduli non palpabili si riscontra tra il 20 e il 67% dei casi, secondo i dati autoptici. La maggioranza dei noduli sono di piccole dimensioni, non danno disturbi e sono classificati come benigni dopo uno studio ecografico o un esame citologico con ago aspirato. Soprattutto, come documentato dai dati di un recente studio a cui hanno partecipato alcuni centri afferenti all’ITCO, la gran parte dei noduli alla tiroide non cresce di dimensioni nel corso del tempo (circa l’85%) e rimane benigna (circa il 99%). Negli ultimi anni si è verificato un aumento dell’incidenza dei noduli tiroidei seguito da un parallelo aumento dei carcinomi tiroidei, seppure non associato ad un aumento nel tasso di mortalità. Questo aumento si è registrato soprattutto per le forme tumorali meno aggressive (istotipo papillare) e per tumori con dimensioni inferiori a 1 centimetro. Uno degli scenari da considerare, che può dare almeno una parziale spiegazione a questo fenomeno, è la migliore sensibilità e il facile accesso ai moderni mezzi diagnostici che ha sicuramente influito nel “portare alla luce” quei piccoli tumori che probabilmente non sarebbero mai cresciuti fino a divenire clinicamente evidenti».

 «Nei casi di rimozione totale o parziale della tiroide, la terapia sostitutiva con levotiroxina, l’ormone sintetico della tiroide (T4), è la cura standard. La tiroide, afferma Domenico Salvatore, endocrinologo e Professore Associato di Endocrinologia del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università Federico II di Napoli, quando presente e funzionante, in realtà, produce due forme diverse di ormone: la T4 che viene convertita nella tiroide e nei tessuti periferici nella forma attiva T3. Tuttavia, un buon numero di pazienti privi di tiroide, così come il 10% di pazienti ipotiroidei, trattati con levotiroxina, lamenta sintomi quali perdita di memoria, aumento di peso, stanchezza, depressione e riduzione della qualità di vita tipici dell’ipotiroidismo nonostante valori ematici di ormone tireostimolante (TSH) normali. Si rileva che nel 20% dei casi di pazienti che hanno subito un’asportazione totale della tiroide il trattamento con levotiroxina non garantisce di ottenere ottimali livelli di ormoni tiroidei. Proprio per questo è sotto osservazione una terapia combinata di T3 e T4 che sembra in alcuni pazienti poter migliorare i sintomi di ipotiroidismo migliorando il senso di benessere. Il trattamento combinato con i due ormoni T3 e T4 è ancora in fase di valutazione da parte della comunità scientifica. Il trattamento farmacologico dell’ipotiroidismo ha visto negli ultimi anni sostanziali avanzamenti dovuti alle nuove formulazioni che favoriscono l’aderenza alla terapia dei pazienti, garantendo un assorbimento più rapido e stabile della T4 . Un recente studio italiano, condotto dal team del Prof. Bellantone, e recentemente pubblicato su Endocrine, ha mostrato come la formulazione liquida di levotiroxina sia da preferire anche nei casi di ipotiroidismo derivanti da tiroidectomia totale. Lo studio infatti mette inevidenza la maggiore efficacia della formulazione liquida rispetto alle compresse sia per quanto riguarda i valori dei parametri ematici di TSH e di ormoni tiroidei (T3 e T4) sia per quanto riguarda lo stato di benessere psicofisico del paziente».

«Il prossimo studio ITCO sarà centrato sulla valutazione della qualità di vita dei pazienti affetti e trattati per un tumore della tiroide, conclude il Prof. Filetti: è in procinto di iniziare uno studio multicentrico, italiano, mirato a valutare se cambia, e come cambia, la qualità della vita dei soggetti sottoposti ad asportazione totale della ghiandola tiroidea e in terapia sostitutiva ormonale, con l’obiettivo di comprendere quale intervento terapeutico sia in grado di ripristinare lo stato pre-operatorio del paziente».

Per maggiori informazioni ITCO Foundation: http://www.itcofoundation.org/

Baciare riduce l'ansia e migliora il sonno. Arriva il World Kiss Day.



Il 6 luglio si festeggerà la giornata mondiale del bacio, il World Kiss Day, ricorrenza istituita nel Regno Unito nel 1990 e che ancora oggi celebra tutti i tipi di baci.

Per questa speciale occasione MioDottore.it – una delle più grandi piattaforme al mondo dedicata alla sanità privata, specializzata nella prenotazione online di visite mediche – ha coinvolto una delle sue esperte, la dottoressa Elena Busso – psicologa, psicoterapeuta sistemico relazionale e consulente sessuale di Torino – per approfondire gli effetti psico-fisici dei baci e come questi influiscono nei rapporti sentimentali, nonchè stilato utili consigli e accortezze per evitare spiacevoli inconvenienti.

Storie estive: infatuazione o amore?
Le tanto attese vacanze sono senza dubbio il momento perfetto per scaricare lo stress accumulato durante l’anno e allentare i ritmi della quotidianità. Questo ritrovato equilibrio contribuisce a far sentire realmente le persone più felici, serene, ma anche più attraenti e predisposte a nuove conoscenze, nonché più sensibili dal gioco della seduzione e del corteggiamento. Tuttavia, il rischio in cui si incorre in questo periodo dell’anno è di confondere l’infatuazione passionale estiva con l’amore, creando aspettative disattese che possono caricare di tristezza il ritorno alla normalità. Ma come evitarlo e vivere al meglio le ferie? Il consiglio della dottoressa è di ricordare che oltre al romanticismo e al desiderio, l’amore prevede un quadro di progettualità condivisa. Per evitare delusioni è bene riflettere circa cosa realmente si vuole, il motivo della propria ricerca e se l’avventura risulti funzionale al proprio benessere.

Il bacio fa bene a mente e corpo: riduce l’ansia, aumenta la creatività e giova al sonno
Non è solo pensiero comune definire gli innamorati più felici e in salute rispetto agli altri, ma esistono riscontri scientifici che lo dimostrano. Un bacio fa bruciare fino a 6 calorie al minuto e coinvolge 4 dei 7 nervi cranici, oltre a circa 36 muscoli facciali. Dichiara infatti l’esperta: ”Gli innamorati si baciano, si baciano tanto, si baciano ovunque: questo aumenta l’autostima, riduce depressione o ansia, aumenta la creatività dell’individuo e ne giova anche il sonno. Il perché sta nella solida base fisiologica che ci conferma che baciare fa bene a mente e corpo: si attivano tutta una serie di reazioni chimiche che fanno star bene emotivamente ma anche fisicamente”.
Inoltre, occorre ricordare che nella saliva maschile è presente l’ormone del desiderio, il testosterone, mentre in quella femminile le molecole dell’appagamento e della serenità, le endorfine. Per questo i baci appassionati non solo si candidano ad essere sinonimo di passione e spesso la porta all'intimità, ma un termometro dell’affinità e della stabilità della coppia.

Gli ”inconvenienti” del bacio

Sebbene generalmente si tenda a pensare al lato romantico del bacio,  non va dimenticato che nella saliva ci sono circa 60 milioni di batteri, virus e funghi che diversamente dallo spaventare, al contrario attivano e rinforzano il sistema immunitario, agiscono positivamente sull’umore abbassando i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e permettono all’ossitocina, l’ormone del benessere e della socialità, di crescere.

A fronte di molti aspetti positivi, bisogna sempre agire per prevenire spiacevoli imprevisti di carattere fisico che possano intaccare la salute, come la mononucleosi, che viene infatti chiamata “la malattia del bacio”. Su questo punto la specialista di MioDottore.it rassicura: ”E’ un’infezione molto comune causata dal virus Epstein-Barr. In molti casi non ci rendiamo conto di averla contratta perché non dà sintomi evidenti o si presenta con un leggero malessere o stanchezza; in altri casi come una faringite, ma niente paura! Si guarisce in fretta e passa con qualche giorno di riposo. Solo nei casi più gravi si prescrive cortisone”.

Per qualsiasi dubbio e chiarimento è possibile rivolgere le proprie domande agli esperti di Miodottore.it nella sezione Chiedi al dottore.

23 giugno 2017

L'ananas brucia i grassi? Assolutamente no. O meglio, ecco la verità su alcune bufale alimentari



Diete e alimentazione: un'accoppiata troppo spesso dispersiva e poco chiara. Soprattutto per una serie di luoghi comuni infiniti... e di super bufale.

Per esempio quella sull'Ananas che brucia i grassi. Non è precisa come specifica del frutto: in realtà contiene bromelina solo nel gambo (quello spesso eliminato), che permette di ridurre i grassi nel corpo. Per il resto, aiuta semplicemente a digerire le proteine.

Il latte fa male? Nemmeno questo è corretto: secondo l'Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, il latte di mucca, capra, o pecora non comporta grossi rischi per la salute. [Ricerche effettuate negli anni passati mostrano che un apporto elevato di calcio (contenuto nei prodotti caseari) ha un effetto protettivo nei confronti dei tumori del colon. Eliminare latte e latticini dalla dieta non è necessario se se ne fa un consumo moderato. È però importante tenere d’occhio l’apporto di calcio che è presente anche in alimenti vegetali ricchi di questo minerale (per esempio semi di sesamo, di lino, cavoli, spinaci, arance, legumi e mandorle). Per quel che riguarda i bambini, il latte materno è da preferire fino allo svezzamento. Latte e formaggi fanno parte della dieta sana se consumati con moderazione (anche perché i formaggi sono grassi e calorici), ricordando che latte di mandorle o di riso o succhi di frutta, secondo il gradimento del bambino, possono sostituirli.]

Stesso discorso per la carne: la Coldiretti specifica che non esiste nessuno studio condotto che proverebbe una cosa simile. In realtà ci sarebbero dei benefici al corpo.

Che le banane siano piene di potassio non è del tutto errato, ma sappiate che non sono il frutto che ne contiene di più. Ci sono prima gli spinaci crudi, la rucola, i kiwi, i cavolini. Hanno sicuramente un contenuto calorico ulteriore.

Sempre di contenuto calorico si parla riguardo allo zucchero di canna: non è meno di quello bianco. Contiene solo più vitamine e minerali ma non è meno calorico rispetto all'altro.

Però attenzione a eliminare tutti i grassi dalla dieta: sono essenziali per il corretto funzionamento del corpo: bisogna dosarli nel modo corretto.

Una delle curiosità riguarda il Kamut. Che tutti definiscono come cereale antico: in realtà questo termine si riferisce a un marchio commerciale americano. Il cereale è il grano Khorasan, coltivato anche in Italia e ha delle caratteristiche simile al farro e al grano duro.

Siete dei sostenitori accaniti delle bacche di Goji? Non fatevi illusioni: non vi allungheranno la vita, non preverranno l'invecchiamento e le malattie cardiovascolari. Almeno è quanto dichiarato dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non ha approvato nessuna di queste cose in assenza di prove scientifiche adeguate.

In ultimo ma non per importanza, mettetevi il cuore in pace: potete mangiare pasta, riso e pane anche alla sera. Sono ricchi di carboidrati complessi che forniscono al nostro corpo l'energia e dovrebbero costituire circa il 60% delle calorie quotidiane. L'importante è non esagerare come sempre.


22 giugno 2017

Ali d'Angelo: attenzione alla nuova moda dell'estate sui social




Ali d'Angelo o in origina ribcage bragging: vantarsi della propria gabbia toracica mostrando le costole. La nuova mania che spopola sui social è tutt'altro che positiva per questa estate 2017.

Pericolosa? Di sicuro. Perché? Semplicemente devi essere molto magro per mostrare delle Ali di grande impatto. Non basta inarcare la schiena come posizione ad hoc per mostrare il mostrabile, non servono micro costumi che nascondono ben poco: ci vuole poca ciccia addosso.

E meno se ne ha, più si vedono.

E ovviamente vuoi che le star non ci diano una mano a far spopolare una moda stupida e pericolosa? Ecco su Instagram le Ali d'Angelo di Emily Ratajkowski, Kendall Jenner, Anna Tatangelo, Rita Ora e Elisabetta Canalis non sono da meno.


Un post condiviso da Emily Ratajkowski (@emrata) in data:

Un post condiviso da Kendall (@kendalljenner) in data:

Un post condiviso da Anna Tatangelo (@annatatangeloofficial) in data:

Un post condiviso da Elisabetta Canalis (@littlecrumb_) in data:

Non sono solo le star a fare spettacolo sui loro account: è stato creato un profilo ad hoc (https://www.instagram.com/ribcagebragging/?hl=it) abbastanza inquietante, nonché siano presenti fotografie di bellezze indiscusse. Il problema sarà sempre quello della ripercussione sulle giovani e giovanissime, che già qualche problema con il culto del bello (e del loro corpo), lo hanno già

Per ora la ricerca su Instagram conta di "soli" 420 post ma pare in aumento (https://www.instagram.com/explore/tags/ribcagebragging/?hl=it). Non è il primo anno che spopola qualche moda dedicata al corpo: si è postato il tight gap (ovvero lo spazio tra le cosce), di bikini bridge (lo spazio tra pancia e costume se si hanno le anche sporgenti), di belly slot, il solco sul ventre.

Quest'anno hanno inventato le ali, peccato non siano quelle sulla schiena ma qualcosa di ben più pericoloso.

Far passare una volta come moda un eccesso e non un difetto?


21 giugno 2017

4 cose che Kate Middleton non può fare. (E chi lo avrebbe detto?)



Mi sono sempre piaciuti i reali, soprattutto quelli della mia adorata Inghilterra. E ne ho sempre scritto divertendomi a scovare le notizie più curiose e oggi, navigando, non ho potuto fare a meno di imbattermi in questi (definiamoli quantomeno) bizzarri divieti per la nostra amata Kate. Middleton, ovviamente.

1) A tavola si fa quello che dice sua maestà
Ma se nell'insieme, avere una regina a tavola non deve essere proprio semplicissimo, Kate ha il divieto assoluto di mangiare ostriche. Perché? Per paura di un'infezione allargata a tutta la famiglia.
In più, quando Elisabetta finisce di mangiare, tutti devono fermarsi, anche se hanno appena iniziato.

2) Tutto gratis
Ovvero se noi siamo in crisi perché non c'è lavoro, la Duchessa può dormire sonni sereni: ha il divieto di lavorare per guadagno. Può ovviamente fare tutto ciò che vuole a titolo gratuito e di beneficenza.

3) Niente autografi, sono inglese!
Che poi la cittadinanza non c'entra proprio nulla. La nostra cara Kate può siglare soltanto documenti ufficiali.

4) Bando al Monopoli!
Definito nel 2008 dal Duca di York come gioco "vizioso", è stato bandito a tutti i reali. Va di seguito che nemmeno Kate potrà mai tentare di avere Viale dei giardini o Parco della vittoria. Poveri George e Charlotte!

Ma la vera domanda è: rinuncereste a così tante libertà pur di far parte di una famiglia reale?

Uomini passivi e donne aggressive? E l'uomo di una volta?





Già che esista un sito di Cougar, in Italia, qualcosa vorrà dire. Se le donne mature cercano i loro compagni (rigorosamente giovani), online, qualcosa vorrà pur dire. 

E a quanto pare, maschi e femmine sono sempre più distanti tra loro. CougarItalia.com, ha osservato come le reciproche accuse delle coppie italiane dipendono dalla scarsa differenza di età all'interno della coppia.

Secondo un recente sondaggio, realizzato su un campione di mille uomini e mille donne, a dire del giudizio delle donne, gli uomini risultano essere incapaci di corteggiare, impacciati e troppo passivi. Mentre, a dire degli uomini, le donne sono sempre meno seducenti e sono troppo aggressive. Ma solo nelle coppie in cui la differenza di età non supera i 5 anni.

Quando la donna è di almeno 5 anni più grande, non vi è infatti alcuna recriminazione. Solo quando questa distanza inizia ad accorciarsi ecco allora che, incominciano le recriminazioni tra i due sessi: per le donne i maschi sono troppo passivi e per gli uomini le donne sempre troppo aggressive.

«Più nello specifico, tra le accuse da parte delle donne il non sapere baciare e l'essere poco virili. Mentre secondo gli uomini le donne non conoscono più l'arte della seduzione» puntualizza Alex Fantini, fondatore di CougarItalia.com.

Le conseguenze? «Approcci sempre più difficili e coppie in crisi dopo pochissimo tempo. Quando la differenza di età è minore di 5 anni, il 28% delle coppie sperimenta la prima crisi già nel primo mese, con senso di insoddisfazione per il 45% delle donne e per il 38% degli uomini. E poi ancora litigi e perfino tradimenti» risponde Alex Fantini.

Il rapporto di coppia tra coetanei risulta così sempre più arduo. La parte più difficile, è la fase del corteggiamento: il 58% delle donne crede che gli uomini siano troppo frettolosi, immaturi e poco originali. Ed anche una volta superate le difficoltà del corteggiamento le cose non migliorano: il 42% delle donne boccia gli uomini per quanto riguarda i preliminari ed una donna su 10 ritiene che anche nel rapporto sessuale la performance sia disastrosa.

Quali sono invece le fasi più difficili per gli uomini che vogliono conquistare una donna? Per i maschi la fase del corteggiamento è quella più critica, perché secondo loro «le donne non sanno mai cosa vogliono veramente» e danno dei messaggi assolutamente contraddittori per poi lamentarsi che «gli uomini non capiscono niente».

«Il fatto è che a qualunque età il mondo femminile si dimostra più aggressivo: le donne usano sempre più spesso una forma di abbordaggio diretto mentre gli uomini preferiscono le modalità tradizionali, così oggi la coppia perfetta è quella in cui l'uomo è più giovane» spiega Alex Fantini.

E sì, perché quando la donna è più grande è orientata a volere essere lei a «condurre il gioco» ed il fatto che l'uomo sia un tantino impacciato ed insicuro diventa un elemento di attrazione per la donna Cougar che, solitamente nel pieno della sua carriera, è particolarmente sicura di sé, caratteristica che sembra piacere ai maschietti, ben felici di essere riusciti a costruire una relazione con una donna più esperta di loro.

«Per ultimo, ma non meno importante, vi è anche da dire che una donna Cougar che ha alle spalle tanta esperienza di vita difficilmente tradisce, soprattutto se al suo fianco ha un uomo più giovane pronto a soddisfare ogni suo recondito desiderio. La donna Cougar è dunque la donna ideale per un'intensa storia d'amore».

E un po' di ansia mi viene vista l'età. Ma non rientro ancora nella fascia dell'uomo più giovane. Aggressiva, ecco, quello sì.



16 giugno 2017

Lettera di Hashimoto (non siete psicopatiche e basta)



Questa è una lettera pubblicata su ThyroidSexy il 02/02/2012 da un autore sconosciuto.

Per tutte quelle che hanno una tiroide fuori fase ma che non vengono credute (vedi la sottoscritta), tenetela a portata di mano.

“Ciao il mio nome è Hashimoto. Sono una malattia autoimmune invisibile che attacca la ghiandola tiroidea, causando ipotiroidismo. Ora starò sempre con te per tutta la vita. Gli altri intorno a te non possono vedermi o sentirmi, ma il tuo corpo mi sente. Posso attaccare ovunque e in qualsiasi modo. Posso causare dolori circoscritti e se sono di buon umore posso farti male dappertutto!

Ti ricordi quando tu e la tua energia correvate in giro e vi divertivate? Io ho preso la tua energia, fino al totale esaurimento. Prova a divertiti ora!
Posso rubarti il sonno e in cambio ti lascio la mente annebbiata e mancanza di concentrazione. Posso farti venir voglia di dormire 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e posso anche causare insonnia. Posso farti tremare internamente o farti sentire freddo o caldo quando tutti gli altri sono a loro agio. Posso anche gonfiarti le mani e i piedi, il viso e le palpebre, oppure darti gonfiore ovunque.
Posso farti sentire molto ansioso o molto depresso, ma tanto! Posso anche causarti altri problemi di salute mentale.
Ti posso far cadere i capelli, farli diventare secchi e fragili, causarti l’acne, farti venire la pelle secca, nulla per me è impossibile.
Posso farti ingrassare e non importa che cosa mangi o se fai esercizio. Non riuscirai più a perdere quei chili, ma posso anche farti perdere peso. Non disdegno nulla!
Altre malattie autoimmuni, amiche mie, spesso si uniscono a me, dando ancora più sintomi negativi da affrontare.
Se pianifichi qualcosa o stai aspettando l’arrivo di un grande giorno, io te lo posso rovinare. Non sei tu ad aver chiesto di me. Io ti ho scelto per vari motivi: quel virus o diversi virus che avevi e che non hai mai veramente debellato, o forse un incidente d’auto, o forse periodi negativi dovuti a traumi emotivi come per esempio maltrattamenti (io mi sviluppo bene con lo stress). Potresti avere una componente ereditaria familiare. Qualunque sia la causa, io sono qui per restare.
Ho sentito che stai andando da un medico per cercare di sbarazzarti di me. Questa cosa mi fa ridere. Tu provaci!. Dovrai andare a molti appuntamenti, vedrai molti medici prima di trovare quello che ti potrà aiutare in modo efficace. Ti daranno i farmaci sbagliati, antidolorifici, sonniferi, energizzanti, ti verrà detto che soffri di ansia o depressione e ti verranno prescritti ansiolitici e antidepressivi.
Ci sono tanti altri modi in cui posso farti ammalare e debilitarti, la lista è infinita : quel colesterolo alto, problemi alle colecisti, la pressione sanguigna alta, problemi di zuccheri nel sangue, oppure problemi cardiaci. Questi valori sono probabilmente collegabili a me. Non riesci a rimanere incinta o hai avuto un aborto spontaneo? Anche quello sono io!
Denti e problemi gengivali? Dolori alle articolazioni temporo mandibolari? Ti avevo detto che la lista era infinita!
Ti possono far fare sedute di TENS (Stimolazione elettrica nervosa transcutanea), farti fare dei massaggi e dirti che dormendo le corrette ore di sonno e facendo esercizio fisico quotidiano, io andrò via.
Ti verrà detto di pensare positivo, sarai spronato e soprattutto non preso sul serio, quando tenterai di spiegare a quel numero infinito di medici che hai visto, quanto io possa essere debilitante e di come tu ti senta veramente male. Con tutta probabilità ti verrà consigliato da questi medici (incapaci), di vedere uno psichiatra.
I tuoi familiari, amici e colleghi ti ascolteranno fino a quando non saranno stanchi di sentirti dire come io ti faccio sentire male e quanto io sia debilitante. Alcuni di loro diranno cose come “ma dai hai solo avuto una brutta giornata” oppure “ricordati che non puoi fare le cose che facevi 20 anni fa…” non hanno ascoltato nulla di quello che hai detto negli ultimi 20 giorni.
Ti consiglieranno cose come: “Devi solo alzarti, muoverti e uscire e fare delle cose, vedrai che ti sentirai meglio.” Loro non capiranno che io ti prendo il “carburante” che alimenta il tuo corpo e la tua mente necessari per consentirti di fare quelle cose. Alcuni ti parleranno alle spalle, diranno che sei un ipocondriaco, mentre lentamente sentirai di perdere la tua dignità nel cercare di far loro capire come stai. In un dialogo con persone ”normali” tu ti dimenticherai persino cosa stavi per dire. Ti verranno dette cose come: “Anche mia nonna ha questi sintomi e sta bene con questo farmaco”, mentre tu cercherai disperatamente di spiegare che io non mi manifesto a tutti nello stesso modo. Solo perché la nonna in questione ha dei risultati positivi con quel farmaco che sta prendendo, questo non significa che il farmaco funzionerà per te. Otterrai sostegno, solo con le persone malate come te. Sono veramente gli unici che ti potranno capire.

Io sono la malattia di Hashimoto.”


15 giugno 2017

30 anni di gift: e Facebook li inserisce nei commenti




Come si pronuncia la parola "GIF"...?
Mica semplice rispondere. Nei prossimi giorni, in USA, sarà possibile rispondere ad sondaggio su Facebook sull’argomento. Sarà, inoltre, possibile votare attraverso la pagina ufficiale di Facebook.

Nel frattempo, le famose immagini in movimento, oggi spengono 30 candeline

Già disponibili su Messenger, da oggi anche Facebook ha deciso di farne buon uso, ovvero di inserirle nei commenti (comprese quelle con alcune web star famosissime).

Se si pensa che quelle di Messenger (arrivate nel 2015), hanno trasformato letteralmente il modo di comunicare tra le persone, va da sè che questo nuovo intervento sarà un successo.

Nell’ultimo anno sono state inviate su Messenger quasi 13 miliardi di GIF25.000 ogni minuto (ca), il numero delle GIF inviate è triplicato e a Capodanno 2017 sono state inviate 400 milioni di GIF (ad oggi, il giorno in cui si è registrato il numero maggiore di GIF scambiate)

Facebook però, come è noto, non si ferma mai a una cosa sola. Ecco il GIF Party: una festa GIF con alcune delle celebrity preferite dalla communuty.
GIPHY e GIPHY Studios hanno creato una serie di GIF con alcuni dei volti più riconoscibili di Internet: DNCE, Logan Paul, Amanda Cerny, DREEZY, Patrick Starr, Violet Benson, Wuz Good, Brandi Marie e Landon Moss.

Per cercarle si può seguire l’hashtag  #GIFparty quando si condivide una GIF su Facebook o Messenger, o sul sito GIPHY.com/Facebook.
                           

E se il tradimento fosse solo questione di genetica?



Nuova scusa pronta in arrivo per tutti coloro che proprio non riescono a tenere il piede in un unica scarpa.

Pare che da una recente ricerca dell'Università di Stoccolma ci sia una correlazione tra i geni e la possibilità di un tradimento. Se avete già avuto casi in famiglia, la situazione è praticamente scontata: tradirete anche voi. Perché? Si parla addirittura di una variazione dell'ormone vasopressina, rilasciato dall'ipotalamo: questo ormone, insieme all'ossitocina vengono definiti anche "ormoni dell'amore".

Ma d'altronde anche chi ha la passione sfrenata per il sesso, pare che abbia una via preferenziale per non fermarsi soltanto a un partner, bensì di ampliare le sue vocazioni. Se poi, passano una badilata di tempo sul web alla ricerca di nuove avventure, beh, non ci vuole la sfera di cristallo per capire che prima o poi ci riuscirà. Secondo Divorce Online, una richiesta di separazione su 5 ha proprio alla base il troppo tempo trascorso sui Social.

Ma non siate serene nemmeno a pensare che la convivenza rafforzi e rassereni i rapporti contro il tradimento. L'ennesima ricerca pare abbia dimostrato che le coppie che vivono insieme senza sposarsi abbiano addirittura il 40% in più di rischio per tradire il proprio partner.

Il matrimonio è la tomba dell'amore? A quanto pare no, almeno sessualmente. Ma se vi siete prese uno già sposato, allora la situazione cambia: una ricerca del 2009 condotta su 100 persone sposate o conviventi da più di 5 anni, ha evidenziato che un matrimonio alle spalle aumenti la possibilità di essere traditi in modo esponenziale (insomma, il vizio non viene perso: perché se ho mollato lei per te non posso mollare te per un'altra?).

Ma non basta. Come ci hanno sempre raccontato i nostri vecchi, (detti popolari inclusi), anche chi è troppo religioso pecca parecchio. Secondo il sito di incontri clandestini illicitencounters.com, chi ha vissuto in modo troppo religioso e dedito a tutto ciò che è rinuncia, sono più inclini al tradimento. E se non vi basta, sappiate che nelle campagne e nelle periferie si consumano di più i tradimenti (forse perché in città diventa tutto più difficoltoso?)

Poi ci sono le situazioni scontate: arriva troppo tardi dal lavoro, troppe riunioni, troppo perso nei suoi pensieri, profumi vari, docce sospette....

Ma se volete la scusa più bella, puntate alto: secondo la London School of Economics and Political Science anche il quoziente intellettivo è responsabile dei tradimenti. Più è alto il Q.I., meno si avrà la possibilità di essere traditi.

Come, dire, muscolo è bello, ma intelligente è una certezza.



14 giugno 2017

Ho un debole per le persone

Ho un debole per le persone che hanno cicatrici nascoste dietro un sorriso; per chi apre le braccia al futuro pur avendo conti in sospeso con il passato; per chi avrebbe il diritto di urlare contro, e invece sussurra serenità.
Ho un debole per gli animi rotti, ma portatori sani di positività.
Michelangelo da Pisa

13 giugno 2017

Ciao #gattodimerda. (Dino,mi manchi troppo)




Aveva forse 5 mesi Fado, quando è entrato a far parte della famiglia. Se ne è andato a 5 anni. Diciamo che da ora in poi il 5 non sarà mai e poi mai il mio numero preferito.

Non era un gatto normale Dino. (Fado, Fadino, Dino, Nino). Già, aveva più di un nome, ma era pur sempre lui; d'altronde in casa nostra nessuno è dotato di un nome solo seppur all'anagrafe, rigorosamente invece singolo.

Ci piace così, non siamo mica troppo normali.

Ma Dino negli anni è diventato il nostro #gattodimerda. E sì, io amavo questo soprannome. Nino non era un gatto normale (come avrebbe potuto?): un siamese dallo sterno troppo in fuori per essere venduto. 



Quando ho visto la foto per la prima volta mi è preso un colpo; Star Treck aveva trovato un nuovo appartenente alla famiglia. Ma per lui, l'astronave è stata un trasportino verso casa per far compagnia a Botto. Entrambi siamesi, completamente diversi tra loro.

A Dino è sempre fregato poco delle coccole: faceva le fusa a caso, quando gli andava e magari camminando da solo. Spesso se ne stava per i fatti suoi, sappiamo solo noi le volte in cui lo abbiamo cercato ovunque urlando e spaventandoci come pazzi, compresa la volta che è rimasto chiuso fuori per un pomeriggio. 

Nino andava, ma non sapeva starci in giro. Nino mangiava la qualunque: saliva persino sul tavolo ad aspettare un pezzetto di qualsiasi cosa da mangiare (dopo aver ovviamente strafogato la sua pappa + croccantini all inclusive). Nino rompeva i sacchetti della spazzatura, apriva sacchetti del pane sigillati, mordeva e mangiava qualsiasi cosa. 

Non si poteva lasciare nulla al caso, #gattodimerda sarebbe passato come un aspirapolvere appena saliti al piano di sopra, lanciandosi dalle scale tipo Mission Impossibile, per cercare cibo.

Va di seguito il soprannome #gattodimerda: la lettiera non è mai durata più di due giorni. Ma è sempre stato il nostro #gattodimerda, Nino, il piccolo Nino. Cresciuto poco, ancora tanto bianco da essere perfetto per le esposizioni.

Non è mai stato benissimo Nino, eppure mai avremmo pensato che fosse malato. 



Tutto succede sempre troppo in fretta: Nino si è ammalato due settimane fa: un tracollo. Cuore, reni, polmoni. 5 anni all'anagrafe, 2000 biologicamente. E via di Pronto Soccorso, di amico veterinario, di ansie mentre non respirava, corse a Milano, tempo distante. #gattodimerda si faceva accarezzare appena entrava la mia amica. 

Strana la vita, adorava lei e le sue mani sicure. Poi arrivava anche da noi, sul divano insieme al suo compagno Botto. Sempre uniti, sempre attaccati. Se esistessero dei gatti gay, ecco, il loro amore sarebbe stato cosí: unico. 

Ma era amore. Sono dovuta andare io da Nino. Un mattino di venerdì. Un mattino in cui ho pianto per ore. Cinque giorni senza vederlo. Era uno straccio, collassato del tutto. Lo sapevamo certo, ma la speranza non va mai via.

L'ho preso in braccio: era uno scheletro dopo tre giorni in cui non mangiava. Si è lasciato andare appoggiando la crapina : non era da lui, non da Nino il solitario. Non dal #gattodimerda. 

Ha miagolato Nino. Era giorni che non emetteva suoni. In braccio a me, stretto al cuore. Vederlo addormentare mi ha devastato. Sotterrarlo in giardino, ancora di più. Ma li ho sempre portati a casa i miei animali. Non li butterò mai via. Nemmeno da angeli. 

(Perchè esistono gli angeli pelosi, no?)

Mi manca. Mi manca il non nascondere tutto alla sera. Mi manca cercarlo. Mi manca sgridarlo per non spaccare tutto. Mi manca. Tanto.



E manca anche a lui, forse troppo. Lo guardo e piango, ancora. E ancora.

Vorrei un'amicizia (o amore chiamatelo come volete), così. Perché è così che io vedo il cuore quando funziona. Ed è così che vorrei fosse il mondo. 

E abbraccio Botto. Cerco di tenerlo un po' più stretto. Da una settimana dorme sul letto. In silenzio. Tutta notte.

Prima che capitasse non mi lasciava vivere, forse era il suo modo per dirmi che sarebbe successo. Mai avrei potuto capire.

Nino eri più di quello che ho sempre pensato, sensi di colpa compresi. 

Mi manchi cucciolino. Tanto. <3 p="">



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Cerca nel blog

Archivio blog